Il “pizzo”: un tributo a favore della mafia, quasi una tassa, tra le tante legittimamente previste, o meglio, una “polizza assicurativa” contro gli “imprevisti” che sarebbero sopraggiunti se non ci si metteva “in regola”.
Non ci stanno i giovani di Palermo e, in quella notte di fine giugno, tappezzano le strade della città di adesivi con su scritto: “un intero popolo che paga il pizzo, è un popolo senza dignità”. Un messaggio semplice, ma dirompente in una terra che vive di simboli.