Storie, racconti, bambini e studenti protagonisti. È tutta questione di scelte.
Anche la quinta giornata del Festival Noi Cittadini e Comuni Reggiani Contro Le Mafie ha messo al centro il protagonismo giovanile. Platee di giovani volti che, da quando si è iniziato realmente a prendere consapevolezza del fatto che le mafie si sono radicate anche in questo territorio, sono nettamente più sensibili al tema.
Quella di venerdì è stata una giornata molto ricca di iniziative. La campanella della quinta giornata del Festival è suonata, per prima, a Brescello. Proprio lì- nel Comune di Don Camillo e Peppone, ma anche primo Comune sciolto per infiltrazione mafiosa nella Provincia di Reggio Emilia– davanti a quasi 100 studenti della scuola media comunale, l’attore, regista e scrittore Alessandro Gallo ha presentato il suo ultimo romanzo dal titolo “Tutta un’altra storia”.
Una chiacchierata molto intima e personale quella che l’autore di “Tutta un’altra storia” ha fatto con i ragazzi delle medie. Gallo è un ragazzo che nel suo romanzo ha portato la propria storia personale. Una storia fatta di camorra, ma sopratutto di riscatto e ribellione ad essa e a quell’eredità che lo contraddistingue. All’incontro tra Alessandro Gallo e i giovani studenti hanno partecipato anche i tre commissari straordinari che da quando Brescello è stato sciolto per mafia, amministrano il comune.
Dalla mattinata brescellese è emerso un grido di speranza verso le nuove generazioni. Un grido ad essere portatori di legalità.
Dagli studenti sono arrivate, agli indirizzi di Gallo, anche diverse domande personali che attestavano la preparazione e la consapevolezza del problema. A chi ha chiesto cosa possiamo fare per restare dalla giusta parte Gallo ha risposto:
<<Bisogna aver un forte senso civico. Da dove nasce questo senso civico? Questo nasce da dentro di voi. Ricordatevi, sempre che loro ci sono, la mafia è molto presente. Noi, però, siamo più di loro. Dal vostro reale impegno quotidiano può nascere tutta un’altra storia. Una storia all’insegna della legalità>>.
Sempre in mattinata, nell’Aula Magna Manodori dell’Unimore, si è tenuto il convegno dal titolo “La Mafia che cambia Come Riconoscerla? “ dove hanno partecipato due classi del Liceo Canossa, una classe del liceo Chierici, una della scuola Filippo Re e un’altra dell’Istituto Zanelli. Il convegno è iniziato con il saluto del Presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi che, ringraziando gli organizzatori e i relatori, ha ribadito il forte impegno di contrasto che la Provincia tutta si è preso e vuole portare avanti da diverso tempo a questa parte. Dopo il breve saluto di Manghi, ha preso la parola in Professore dell’Università di Reggio Emilia, Luigi Grasselli che ha detto:
<<È bello vedervi così attenti e motivati in questo luogo di formazione che tiene sempre aperte le porte per pratiche e iniziative all’insegna della legalità e della cosa giusta. Voi studenti siete i destinatari principali di quest’azione che da tanto tempo stiamo portando avanti>>.
Dopo i brevi saluti istituzionali da parte del Professore Grasselli e del Presidente Manghi, tutto è passato nelle mani del giornalista Pierluigi Senatore che ha condotto il dibattito con il Professore e Direttore Scientifico del Festival Antonio Nicaso e con Mario Conte, Consigliere Corte D’Appello di Palermo.
<<Sono, ormai, diversi anni che vengo invitato come relatore a questo importante Festival e ho notato, da parte dei ragazzi, una maggiore consapevolezza della presenza del fenomeno mafioso in questo territorio. La mafia è cambiata rispetto al passato. Non è più quella della lupara bianca, adesso un mafioso può essere chiunque non decide di seguire le giuste regole.>>
L’intervento di Conte ha anche accennato alla storia di ribellione e alla nascita, in Sicilia, del Comitato “Addio Pizzo” e riferendosi agli studenti reggiani presenti ha, ancora, detto:
<<Voi dovete essere molto grati a chi vi ha segnalato con molta lungimiranza questo fenomeno. Partecipando a queste lezioni, conoscendo questo pericoloso fenomeno, voi state facendo una palestra di vita all’insegna della legalità. Noi che, facendo il nostro lavoro, combattiamo il fenomeno mafioso, dobbiamo essere portatori di buoni esempi>>.
La mattinata del quinto giorno del Festival ha visto altri comuni della Provincia interessati con una serie di iniziative. A Bibbiano, dopo l’intervento del Sindaco Andrea Carletti e della Direttrice Scientifica del Festival Rosa Frammartino, ad interloquire con i bambini delle elementari e media, è stata la giornalista e saggista Angela Iantosca che ha parlato dell’importanza della cultura come arma in nostro possesso contro le mafie, della centralità della scuola (che significa ‘tempo libero’.
<<Solo studiando e acculturandosi si può essere realmente liberi di scegliere>> ha detto nel corso del suo intervento la giornalista Iantosca. Proprio “liberi di scegliere” è il nome del protocollo ideato a Reggio Calabria dal Tribunale per i Minorenni, nella persona del suo Presidente Roberto Di Bella che da alcuni anni propone, per i ragazzi che finiscono nelle maglie della giustizia, dei percorsi alternativi al di fuori del territorio d’origine dove poter rinascere, ritrovare se stessi, conoscere la bellezza.
Dopo l’intervento della giornalista che ha parlato anche delle analogie tra bullismo e mafia, i ragazzi delle quattro scuole, impegnati nel progetto di pedagogia civile, hanno presentato i loro lavori manifestando tutto il loro entusiasmo per l’impegno civile e la conoscenza e consapevolezza del fenomeno mafioso.
La giornalista Angela Iantosca è stata anche protagonista nella Sala dell’Antico Portico del Comune di Guastalla dove, alla presenza del sindaco Camilla Verona e degli studenti, ha presentato il suo ultimo libro dal titolo “Una sottile linea bianca- dalle piazze di spaccio alla comunità di San Patrignano.
Spiegando ai giovani studenti i punti salienti del suo libro l’autrice ha detto:
<<‘Una sottile linea bianca’ indica la striscia di cocaina ma anche quel confine sottile che esiste tra noi, gente per bene e i tossicodipendenti. Perché le loro vite non sono molto diverse dalle nostre. Perché la droga è democratica, colpisce tutti. L’unica cosa che chiede è il contante giusto per comprarla. Per il resto non si ferma di fronte a nulla. Non si ferma di fronte alla classe sociale, alla provenienza geografica e al titolo di studio>>.
Ad affiancare la giornalista è stata l’attrice Ada Roncone che ha letto una delle storie presenti nel libro, quella di un ragazzo di Ciampino che ha cominciato all’età di 13 anni ad usare sostanze stupefacenti e che dopo dieci anni ha deciso di entrare in comunità.
Altro evento della mattinata è stato quello che ha visto il comune di Bagnolo in Piano protagonista. Dopo l’intervento e i saluti istituzionali del sindaco Paola Casali, ad interloquire con il pubblico presente in Sala del Consiglio Comunale è stato il famoso giornalista sportivo Flavio Tranquillo che ha presentato il libro scritto insieme a Mario Conte dal titolo “Dieci Passi- Piccolo breviario sulla legalità”. Al centro della presentazione si è inserito il concetto del rispetto delle regole e della democrazia, sia nello sport che nelle vita di tutti giorni.
A concludere questa intensa penultima giornata di Festival è stata, nuovamente, l’Aula Magna Manodori dell’Unimore che ha ospitato il Convegno dal titolo “Agenda Onu 2030 Obiettivi Comuni & Sostenibilità- Le nuove sfide per un cambiamento culturale e normativo”.
Una sala piena ed attenta ha ascoltato gli interventi interessanti di Monsignore Samuele Sangali (Professore Etica delle professioni, Luiss Roma), Paola Pizzetti (Vicepresidente Emil Banca Reggio Emilia) e Corrado Baldini (Presidente Ordine dei Commercialisti di Reggio Emilia). La serata è stata presidiata dagli interventi del Direttore Scientifico del Festival Antonio Nicaso.
Nel corso del convegno si è detto:
<<Dobbiamo pensare ad un antimafia preventiva e dei diritti. Dobbiamo cominciare a liberare i territori dalla paura e dal bisogno. La paura è fondamentale per l’evoluzione delle mafie perché, spesso, per paura si sceglie il silenzio. Il tempo delle parole è finito. Mettiamoci in cammino. Siamo partiti, dobbiamo avere il coraggio di andare avanti.